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Un chitarrista di "diritto"

Incontro Andrea, per un’intervista su quella che ormai è diventata la sua professione e sin dai primi scambi di battuta ci accorgiamo entrambi che diverse cose ci accomunano: entrambi figli di avvocati, entrambi laureati in legge, entrambi cittadini del mondo per le nostre passioni che sono e saranno il nostro futuro lavorativo: io per diritto, Andrea per la musica, in particolare la chitarra. Andrea De Vitis, infatti, pur essendo molto giovane, è considerato uno dei chitarristi più interessanti della sua generazione sia in Italia sia all’estero. Per i suoi meriti artistici ha ricevuto la “Chitarra d’oro per la giovane promessa 2013” nell’ambito del XVIII Convegno Internazionale “Pittaluga”di Alessandria. La sua intensa attività concertistica lo ha portato ad esibirsi come solista in prestigiose sale da concerto in Italia e in Europa (Spagna, Austria, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca), ottenendo il consenso di pubblico e critica. Nel marzo 2015 è stato pubblicato il suo CD di esordio “Colloquio con Andrés Segovia”con l’etichetta Dot Guitar; il debutto discografico ha raccolto un grande successo di pubblico e critica. Ma non voglio svelarvi troppo e vi lascio il piacere di scoprirlo grazie all’intervista che Andrea ci ha concesso.

D: Andrea, tanto per cominciare parlaci un po’ di te.Quando hai iniziato a suonare la chitarra e perché?

R: Fin da piccolo mi divertivo ad improvvisare canzoncine e motivetti ascoltati in tv su una piccola tastiera-giocattolo che mi era stata regalata. A 10 anni decisi che era il momento di passare ad uno strumento più serio scegliendo la chitarra, che era lo strumento a me più consono, una passione che col tempo è diventata la mia professione. Ho deciso di studiare chitarra perché mi piace suonare da solo, mi espongo di più, ho più responsabilità e questo mi spinge a fare sempre meglio. I miei studi sono iniziati con Marco Cerroni presso il Collegium Artis di Frascati, dove attualmente svolgo attività didattica, per poi diplomarmi al Conservatorio Morlacchi di Perugia nella classe di Leonardo De Angelis. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza,  ho arricchito i miei studi musicali presso la “Segovia Guitar Academy” di Pordenone, frequentando poi numerose masterclasses e partecipando ad importanti concorsi internazionali tra cui: il Forum Gitarre Wien, Budapest International Competition, Concorso Internazionale di Gargnano, Concorso Internazionale Città di Mottola, Concorso Alirio Diaz di Roma, Concorso Internazionale Claxica.

D: Una curiosità, perché la laurea in giurisprudenza?

R: Diciamo che era il mio piano B! Se avessi fallito con la musica o la mia carriera da musicista dovesse terminare potrei sempre “accontentare” mio padre e seguire le sue orme…

D: A tal proposito, come ha reagito tuo padre alla tua decisione di intraprendere un percorso completamente opposto al suo?

R: Diciamo che all’inizio non era molto d’accordo, ora è diventato il mio manager, mi supporta e condivide con me sacrifici e successi! Sai per fare il musicista, soprattutto per chi come me ha scelto 

uno strumento diciamo di nicchia, oltre alla passione ci vuole tanto studio ed anche supporto economico. E partecipare ai concorsi è anche un modo per potersi sostenere. Le chitarre poi, sono molto costose, a volte costano più di un’automobile. Insomma, bisogna investire tanto! In tutti i sensi.

D: Quali sono le chitarre con cui hai suonato e suoni?

R: Attualmente suono una chitarra del liutaio belga Walter Verreydt e uno strumento del liutaio Mario Grimaldi. Entrambe hanno tavola in abete e fasce-fondo in palissandro indiano; mentre la Grimaldi è di costruzione tradizionale (fan bracing), la chitarra di Walter Verreydt presenta la diversa formula costruttiva del lattice-bracing (tuttavia senza l’aggiunta di materiali diversi dal legno). In passato ho suonato le classiche“chitarrone” spagnole in cedro: la Doble tapa premium del liutaio Contreras II ed il Modelo especial armonico di Antonio Gonzalez Cardenal.

D: Quali sono state e sono le tue principali influenze musicali?

R: Le mie influenze derivano soprattutto dai maestri con cui ho studiato: Paolo Pegoraro, Adriano Del Sal e Arturo Tallini. Inoltre mi interessa molto la prassi esecutiva barocca e l’esecuzione della musica antica su strumenti originali. Al di fuori della musica classica, i miei gusti musicali spaziano dai Dire Straits alla Bossanova…

D: A Marzo 2015 è uscito il tuo cd di esordio “Colloquio con Andrés Segovia” che ha riscosso un ottimo successo di pubblico e critica. A quale brano sei più legato?

R: Con questo cd ho voluto fare un tributo ad uno dei chitarristi più famosi al mondo, che ammiro per il fatto che ha stimolato numerosi compositori a scrivere musiche per chitarra scegliendo, tra le innumerevoli pagine che gli giungevano da ogni dove, quelle più vicine al suo gusto, lasciando da parte opere ragguardevoli ma a lui meno congeniali. Il brano a me più caro di questo cd è “Estudio sin luz”, un brano scritto da Segovia nel 1953 in una clinica oculistica madrilena, nella quale il maestro aveva subito un intervento chirurgico per distacco della retina che per giorni gli tolse l’uso della vista, ma non gli impedì l’uso della chitarra, e il frutto di quei giorni fu appunto questo brano, che io amo particolarmente.

D: Andrea, per concludere questo appassionante viaggio insieme, quali saranno i tuoi progetti futuri?

R: Nel corso dell’anno parteciperò ad alcune masterclass tra Italia ed Europa. Il mio progetto attuale è di portare la chitarra in luoghi che solitamente sono destinati ad altre attività artistiche, ad esempio i teatri. E chissà magari dopo il nostro incontro potremmo anche progettare insieme un concerto negli Usa!

Massimo Reboa 
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