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Roma (foro)

Rilascio locali Piazza Cavour

Antonio Di Pietro accoglie l'invito di In-giustizia

 

L’invito dell’Avvocato Romolo Reboa, direttore di Ingiustizia, indirizzato a tutti i Senatori e Deputati delle Commissioni di Giustizia, per trovare in sede politica una soluzione concreta al problema relativo al rilascio dei locali di Piazza Cavour occupati dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma,continua a riscuotere consensi al di là dei colori politici di appartenenza. Dopo Ghedini, Valentino, Berselli, Lo Presti e Divina, anche Antonio Di Pietro ha accolto il suggerimento lanciato dal Direttore rispondendo di proprio pugno sulla questione. Di seguito la lettera che il Deputato ha indirizzato alla nostra testata. 

  


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Ma che vuole Dominioni

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOSecondo il Presidente delle Camere Penali Oreste Dominioni il “Patto per la Giustizia” firmato il 10 luglio in Cassazione da ANM, OUA e Sindacati del personale giudiziario - artefice e sponsor Maurizio de Tilla – è “ inutile propaganda” .

E’ - incalza Dominioni – una “improvvida iniziativa al ribasso” con cui si evadono i temi di una seria riforma della Giustizia penale e si appiattisce l’Avvocatura “sulle istanze di conservazione della magistratura associata” ( da Corsera dell’11.07.2009).

Critiche ingenerose che sembrano in realtà rivolte, più che alla sostanza e agli scopi della iniziativa, all’attivismo di de Tilla, nuovo Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, che, alla guida dell’ Organismo Forense, pone a frutto l’esperienza acquisita sui problemi dell’Avvocatura al vertice della Cassa Avvocati e dell’Organismo Internazionale dell’Avvocatura nel corso di innumerevoli occasioni di approfondimento e dibattito. L’iniziativa intelligente e tempestiva di de Tilla turba all’evidenza gli equilibri consolidati; tra questi in particolare la pretesa delle Camere Penali di esclusiva egemonica sui problemi della giustizia.

Senonchè proprio le Camere Penali non hanno titolo alla critica; ed infatti tra le ragioni della debolezza dell’avvocatura italiana sul piano delle riforme v’è il rifiuto dell’Unione delle Camere Penali di far parte organicamente e unitariamente .degli Organismi di rappresentanza degli avvocati.

Questa apartheid nasconde in realtà il disegno di una collocazione antinomica rispetto alla Magistratura vista come avversario da combattere o condizionare, non si sa bene se per scelta culturale o per mandato politico. De Tilla invece, con brillante intuizione, mira ad associare più debolezze - Magistratura Avvocatura Personale della giustizia – così da accrescerne la forza contrattuale nei confronti del potere politico che, al di là di roboanti promesse e di mini riforme cartacee, nulla fa da sempre per potenziare e rendere tempestivo ed efficace il sistema delle tutele. E poi, e poi finalmente, per mano di de Tilla, è l’Avvocatura che prende l’iniziativa, è l’Avvocatura che si presenta al pubblico degli utenti come protagonista. Ed ecco che nel telegiornale nazionale di maggiore ascolto de Tilla, a nome dell’Avvocatura Italiana, presenta al Capo dello Stato il nuovo ordinamento forense. Era ora! Questa è la strada.

Altro che appiattirsi sulle istanze di conservazione della Magistratura. Il programma deve essere piuttosto quello di non appiattirsi sul programma di conservazione dello statu quo che, sulla crisi della giustizia, è stata sempre, ieri e oggi la scelta costante della classe politica di destra o di sinistra.

Ovviamente non bastano le presenze e gli schieramenti. Resta il problema dei contenuti che registrano purtroppo ancora le istanze di conservazione, queste si, della classe forense: come appare dal progetto del nuovo ordinamento forense in viaggio parlamentare, fermamente ancorato al passato; come appare dalla perdurante e deliberata assenza dell’Avvocatura italiana dal tavolo dal negoziato sull’economia del Paese nel quale incalzano ormai anche le piccole imprese. Ma questa è un’altra storia.

 

 

Giorgio Della Valle*

Avvocato del Foro di Roma  


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Il Senatore Valentino rende omaggio all'Avvocato Gallitto

Avv. Bartolo GallittoCiao Bartolo ci mancherai....

 

Bartolo Gallitto se ne è andato improvvisamente lo scorso agosto lasciando un grande vuoto in tutti coloro che l’hanno conosciuto.

Generazioni di avvocati “di destra” - alcuni, oramai, non più giovanissimi - hanno avuto in Bartolo Gallito un riferimento politico e professionale costante. Hanno conosciuto l’avvocato determinato e rigoroso, il politico coerente e convinto dei valori ai quali si ispirava, l’amministratore pubblico la cui moralità assoluta era pari alla competenza con cui trattava i temi complessi dei quali si occupava. Durante il periodo in cui fu membro del Consiglio Superiore della Magistratura - momento iniziale di numerosi “tormenti” della storia giudiziaria italiana - seppe, sempre, con il suo equilibrio, la sua saggezza e la sua grande onestà intellettuale individuare sintesi e soluzioni da tutti apprezzate. Ma Bartolo non fu soltanto uomo pubblico rigoroso, fu per molti giovani avvocati di…qualche anno fa, la guida affettuosa e paziente, il compagno di indimenticabili giornate e lunghe conversazioni, la memoria di eventi che pur appartenendo ad un passato lontano facevano e fanno ancora parte del patrimonio morale di molti. Indimenticabili le cene dopo le lunghe riunioni del CIDAF.

Due scuole di pensiero si contrapponevano allora…eravamo agli inizi degli anni ’70……doveva essere il CIDAF un’associazione di tutela di tutela dei principi fondamentali ai quali si deve ispirare l’Avvocatura ovvero una struttura in grado di proporre, grazie al numero ed alla autorevolezza dei suoi iscritti, soluzioni nuove e più efficienti per rendere più agevoli le attività professionali?

Alcuni sostenevano, e Bartolo era tra questi, che la nostra associazione doveva costituire una sorta di monito costante alla Avvocatura perché rammentasse l’importanza del proprio ruolo ed i principi ai quali doveva sempre ispirarsi.

Altri, invece, immaginavano il CIDAF come strumento di stimolo alla realizzazione di più efficienti servizi dei quali potersi giovare per rendere meno gravosi gli impegni con i quali ogni giorno gli Avvocati erano costretti a confrontarsi.

Coloro che immaginavano il CIDAF come luogo di discussione delle complesse tematiche che attraversava l’Avvocatura, venivano affettuosamente tacciati di “nostalgismo” e veniva fatto loro presente che il mondo cambiava velocemente e che l’avvocatura non poteva che adeguarsi.

Forse non erano nel torto quelli che proponevano impegni verso la modernizzazione e l’adeguamento dei servizi….ma è altrettanto vero che se ancora molti di noi vivono con passione ed orgoglio la professione, questo è anche frutto di quelle appassionate discussioni sul ruolo sociale dell’avvocato e sul suo impegno per la tutela di valori e principi. Quando i temi di maggiore attualità ad una certa ora, fatalmente, si esaurivano la conversazione con Bartolo diventava allora più emozionante ed appassionata.

Ci parlava della sua giovinezza, della guerra che aveva vissuto sempre in prima linea, del patriottismo di tanti giovani che, ben sapendo quale sarebbe stato l’epilogo di quella drammatica avventura, avevano deciso di scegliere la fedeltà alle idee nelle quali avevano creduto. E, soprattutto, ci parlava del suo comandante, il leggendario comandante della X MAS, Junio Valerio Borghese. Mancherà a tutti noi il sorriso di Bartolo, la sua ironia, il suo garbo, la sua straordinaria capacità di minimizzare ogni difficoltà ricordando che se lui che proveniva da un mondo che aveva dovuto affrontare mille complessità e mille ostacoli era ancora inserito attivamente nella realtà, ciò significava che ogni problema poteva essere risolto e che bisognava guardare avanti continuando a fare ciò che si credeva giusto. Addio Bartolo, amico indimenticabile, ci mancherai!

 

 

Avvocato Giuseppe Valentino*

Senatore della Repubblica  


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Nuovi servizi per gli avvocati

Abbiamo iniziato qualche mese fa con la scansione di tutte le sentenze e dei decreti ingiuntivi al Giudice di Pace, era facile assistere ad impiegati che si arrampicavano sulle scale o scendevano negli scantinati per cercare una sentenza con notevole aggravio dei tempi di attesa per richiedere le copie sentenze. Il Consiglio dell’Ordine ha deliberato l’assunzione di due trimestrali per sopperire alla emergenza presso l’ufficio copie sentenze e decreti ingiuntivi. Il servizio è durato dal 15 aprile al 15 luglio.

Il Consiglio dell’Ordine è ritornato sulla problematica ed ha nuovamente deliberato l’assunzione di due impiegati presso l’Ufficio del Giudice di Pace per un periodo di sei mesi, dal 1.10.2009. Novità, altrettanto importante, è che a breve si comincerà a provare il nuovo servizio per le richieste copie sentenze e decreti ingiuntivi via mail, presso l’Ufficio del Giudice di Pace.

Un’innovazione importante, verranno azzerati i tempi per ottenere le copie delle sentenze e dei decreti che finalmente si potranno richiedere direttamente da studio, con una notevole riduzione dei costi per i colleghi che si rivolgono alle agenzie e dei tempi di attesa per i colleghi che si recavano personalmente presso l’ufficio.

Al tribunale civile, dopo le richieste delle copie dei decreti ingiuntivi via mail, si è riusciti ad inserire una fila riservata agli avvocati per le iscrizioni a ruolo delle cause ordinarie e dal 15 settembre 2009 è in funzione l’ulteriore servizio di iscrizione con il codice a barre. Invito i colleghi ad incentivare il servizio di iscrizione con il codice a barre, che consentirà di ridurre notevolmente i tempi di attesa e si potrà destinare il personale in esubero all’ufficio iscrizione ad altri uffici. Ulteriore servizio dai primi di settembre è la consultazione telematica dei procedimenti esecutivi mobiliari ( è indispensabile che il richiedente abbia già il numero di ruolo del procedimento o il nome delle parti e il titolo che legittima la ricerca), in questo ufficio la riduzione dei tempi di attesa è veramente notevole.

Devo ringraziare il Dott. De Fiore, Presidente del Tribunale e la Dott.ssa Lia, primo dirigente, per l’attenzione mostrata per i problemi degli uffici e per la volontà comune di attivarsi per tentare di trovare delle soluzioni. Il Consiglio dell’Ordine ha deliberato, l’assunzione di ulteriori quattro impiegati semestrali per il Tribunale.

Dal 18 Settembre all’Ufficio del Giudice di Pace è stato creato un nuovo servizio per gli avvocati per consultare l’emissione dei decreti ingiuntivi, emissione delle sentenze, stato dei singoli procedimenti, verificare le prime comparizione per i convenuti. Dopo mesi di attività diretta a ridurre i tempi di attesa per accedere ai terminali di via teulada, finalmente è stato ottenuto un nuovo risultato, non vedremo più tanti colleghi in fila per ore per la consultazione di un procedimento.

Invito i colleghi ad incentivare le iscrizioni delle O.S.A. tramite codice a barre, un servizio importante, abbiamo già richiesto che lo stesso sia implementato anche per l’iscrizione delle cause ordinarie e dei decreti ingiuntivi. E’ un servizio determinante per l’attività dell’ufficio che consentirà di annullare i tempi di attesa per le iscrizioni a ruolo e di evitare ulteriori spese per ogni singolo procedimento.

Mi auguro che i colleghi, anche i più scettici ed i più rassegnati, di quelli che in fila riescono solo a dire “tanto non cambia mai nulla”, possano apprezzare ed utilizzare i servizi sopra ricordati ed avere un effettivo beneficio per la propria attività professionale. Mi auguro che i colleghi partecipino alle innovazioni apportate e suggeriscano con idee e progetti ulteriori soluzioni per gli uffici giudiziari. Dobbiamo fare ancora molto, si potrebbe arrivare alla consultazioni e stampa delle sentenze online da studio, portare le sentenze all’ufficio per apporre il timbro delle esecutività o dell’autentica o dell’uso appello, l’operatore dovrebbe registrare solo il richiedente a video.

Con la posta elettronica certificata si potrebbe arrivare allo scambio degli scritti difensivi per via telematica tra colleghi ed anche con il magistrato e l’ufficio. Nelle cancellerie il controllo dei fascicoli potrebbe avvenire con telecamere a circuito chiuso e l’apertura dei faldoni controllata tramite microcips, l’accesso alle cancellerie consentito con badge magnetico rilasciato dal Consiglio dell’ordine, tutto ciò consentirebbe di avere un maggior controllo, evitando la sparizione dei fascicoli ed utilizzare il personale di cancelleria per l’attività di udienza. Certamente il futuro passa per l’informatica, in 10 anni il nostro distretto della Corte di Appello ha perso circa 400 unità lavorative, da 1.468 a 1060 circa, tutti dipendenti del Ministero di Grazia e Giustizia che sono andati in pensione e non sono stati sostituiti.

Negli ultimi 10 anni In Italia sono 11.000 i dipendenti non sostituiti dal Ministero. E’ un percorso difficile, ma credo che sia l’unica alternativa alla carenza di personale. Del resto gli avvocati vanno sempre a trecento all’ora e non si fermano mai, vanno sempre avanti, nonostante tutto, alla fine arrivano sempre, forse troppo veloci per gli altri che rallentano e tentano di farli rallentare.

 

 

Pietro Di Tosto*

Avvocato del Foro di Roma

 

 


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Rinnovo Consiglio dell'Ordine Avvocati di Roma

Avv. Giorgio Della Valle, avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLODopo la suspense del decreto legge 30 dicembre 2009 (si rinvia !! non si rinvia!!) si va al rinnovo del Consiglio dell’Ordine. Si moltiplicano i programmi e le promesse come è costume di ogni battaglia elettorale.

Gli uni e le altre però non incidono gran che nelle scelte di un elettorato quale è quello forense, spinto da consolidato scetticismo a votare il candidato e non il programma nella rassegnata certezza che nulla cambierà. Nulla cambierà?

Questo è vero, o almeno probabile, se si guarda a programmi altisonanti che sembrano assicurare agli avvocati romani e perfino alla intera classe forense una svolta epocale. Non è altrettanto vero se si guarda a obiettivi più modesti ma perfettamente adeguati ai compiti della Istituzione: le condizioni di lavoro degli avvocati e dei collaboratori, quelle delle colleghe madri o in attesa, lo stato degli uffici, il rapporto tra avvocatura e magistratura, il rapporto tra avvocati e utenti, il rapporto tra avvocatura e opinione pubblica. Non occorre invocare la dignità e il decoro della professione per constatare che le condizioni di lavoro degli avvocati, specialmente dei più giovani, sono disastrose e sarebbero respinte dal più umile dei lavoratori: lunghe attese, approccio spesso ostile col personale degli uffici, incertezze e ritardi negli adempimenti, irresponsabilità degli addetti e via dicendo.

Di ciò non dà ragione, o non sempre, lo stato del sistema giustizia; spesso si tratta di inerzie o arroganze individuali alle quali si può e si deve opporre una attenta e quotidiana vigilanza sul funzionamento del sistema pur se disastrato; vigilanza che compete al Consiglio dell’Ordine e non può essere rimessa all’iniziativa del singolo professionista che è condizionato e spesso impedito dall’interesse del cliente. Così pure quanto al rapporto tra avvocati e magistrati, rapporto in molti casi pienamente adeguato a regole di reciproco rispetto ma non di rado compromesso dall’arroganza e dal rifiuto di ascoltare, comportamenti questi tanto più gravi quando si verifichino in udienza e persino alla presenza delle parti. Anche in ciò si impone l’ attenta vigilanza del Consiglio e le iniziative necessarie, da assumere anche nella inerzia, talvolta necessitata, del professionista. Ovviamente un ruolo quale quello qui delineato impone non minore vigilanza e attenzione ai comportamenti del professionista sia nei rapporti con gli uffici che con gli utenti. Al Consiglio gioverà poi conquistare un ruolo di protagonista presso l’opinione pubblica con la tempestiva denuncia dei disservizi più gravi. Ho in passato più volte rappresentato la necessità che un Consiglio dell’Ordine quale quello romano si avvalga organicamente di un addetto stampa, come fanno da tempo molte istituzioni pubbliche, perché deve essere chiaro che i problemi dell’avvocatura sono problemi dei cittadini che vedono compromessa la loro domanda di giustizia. In quest’ottica di fattibilità il programma della Lista del Presidente della quale ho l’onore di far parte appare ispirato a chiarezza e concretezza e si accredita anche in ragione dei risultati già conseguiti da Alessandro Cassiani e della sua indiscussa autorevolezza. E tuttavia non va dimenticato che molto dipenderà dalla compattezza e concordia di intenti del Consiglio eligendo.

 

Giorgio Della Valle*

Avvocato del Foro di Roma


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