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Società e Stato contro racket e usura

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOLa criminalità si evolve e si rinnova continuamente, ed accanto alle attività tradizionali ne vengono poste in essere altre, nuove, talvolta improntate all’uso della tecnologia più avanzata.

 

La criminalità si evolve e si rinnova continuamente, ed accanto alle attività tradizionali ne vengono poste in essere altre, nuove, talvolta improntate all’uso della tecnologia più avanzata.

Il quadro della situazione è stato ben descritto dal Commissario Straordinario antiracket ed antiusura Carlo Ferrigno.

D) Ci può descrivere, brevemente, la situazione attuale della lotta al racket ed all’usura mettendo in evidenza, in modo specifico, se si registrano segnali positivi o negativi nel numero di denunce effettuate sul territorio nazionale, in generale, e sulle realtà regionali storicamente più colpite da tali fenomeni criminali, in particolare?

R) Caratteristica comune alle due fattispecie è la natura sommersa, per cui il numero complessivo delle denunce non indica mai la reale diffusione dei fenomeni stessi, quanto, invece, la reazione al reato.

Per tali ragioni i dati statistici relativi alle denunce non possono rappresentare l’unico parametro di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della lotta all’usura ed all’estorsione.

Dall’esame dei dati forniti dall’ISTAT, relativi ai delitti di usura ed estorsione per i quali è iniziata l’azione penale, emerge che, confrontando il dato definitivo dell’anno 2002 con la proiezione del dato relativo al primo semestre del 2003, a livello nazionale il numero delle denunce di estorsione registra un lieve aumento passando da 8240 a 8492, mentre quello delle denunce di usura passa da 800 a 744. Osservando alcune realtà regionali, tuttavia, si registra, sempre in proiezione, un lieve aumento delle denunce di usura e di estorsione, come nel caso, rispettivamente, della Puglia e della Campania. La costante tenuta delle denunce è sicuramente da ricondurre anche alla legislazione di sostegno alle vittime dell’estorsione e dell’usura che, da una parte ha permesso a numerosi operatori economici di rilanciare, con il contributo economico dello Stato, la propria impresa e, dall’altra, ha dato un segnale della capacità delle istituzioni di dare un contraccolpo alla criminalità aumentando nel cittadino il senso di sicurezza e di fiducia nella lotta ai due fenomeni, estorsivo ed usurario, ancora ampiamente diffusi e non sempre denunciati. L’attuale sinergia tra l’attività di solidarietà e l’azione di contrasto svolta dalle Forze di Polizia rappresenta, unitamente all’importante opera di sensibilizzazione e di prevenzione svolta dall’associazionismo antiracket ed antiusura, il metodo più efficace per la lotta al racket ed all’usura.

D) L’impatto delle nuove tecnologie informatiche ha segnato un profondo mutamento dei vecchi archetipi della criminalità organizzata; questa influenza ha determinato anche delle mutazioni nella fase organizzativa ed attuativa del racket e dell’usura?

R) L’uso delle tecnologie informatiche fa parte del nostro quotidiano e costituisce uno strumento validissimo nel settore dell’economia.

La criminalità organizzata, sempre molto attenta a sfruttare tutte le opportunità di profitto, ricorre spesso a tali strumenti.

L’esperienza finora acquisita permette di affermare che l’approccio estorsivo avviene ancora attraverso la richiesta diretta di “pizzo” o mediante atti intimidatori e/o ritorsivi.

In un contesto più recente, però, si rilevano delle nuove forme di estorsione quali quelle del “cyber blackmail” o del “cyber ransom”. In particolare, soggetti specializzati nei crimini informatici chiedono somme di denaro a grandi aziende o gruppi bancari, minacciando di bloccare i sistemi informatici attraverso l’installazione di appositi “files” nelle caselle di posta elettronica, oppure minacciando attacchi nei punti vulnerabili degli stessi sistemi informatici al fine di acquisire e diffondere dati di particolare interesse come ad es. quelli relativi alla gestione delle carte di credito o quelli relativi a particolari progetti di elevato livello tecnologico. Fenomeni come quelli descritti, pur essendo noti, non sembrano particolarmente diffusi perché difficilmente vengono denunciati dalle aziende che li subiscono in quanto significherebbe anche dover evidenziare alcune debolezze dei loro sistemi informatici che potrebbero comportare la perdita di rilevanti quote di mercato.

D) La DIA ha messo in evidenza, in una delle sue ultime relazioni al Parlamento, che, sebbene continui la predominanza sul territorio delle classiche strutture di matrice “nazionale”, esiste un crescente fermento della criminalità organizzata di origine extracomunitaria tesa a realizzare sul territorio nazionale numerosi sodalizi con le realtà criminali locali. Queste nuove mafie stanno tentando di acquisire (o hanno già acquisito), sulla base dei dati in suo possesso, una posizione di rilievo nella realizzazione dei fenomeni criminali in esame?

R) La presenza sul territorio nazionale di organizzazioni criminali straniere di origine cinese, russa e balcanica, unitamente ai contatti ed alle cointeressenze con la criminalità “nazionale”, rappresenta ormai un dato di fatto. In diverse aree del territorio nazionale, in particolare, si è registrata una penetrazione delle organizzazioni criminali cinesi che accompagna la penetrazione commerciale dello stesso ceppo etnico, all’interno del quale, attraverso alcune operazioni di polizia in Toscana sono stati accertati anche casi di estorsione tra connazionali.

Allo stato non si è in possesso di dati che permettono di affermare che le “mafie” di origine extracomunitaria hanno scalzato quelle di matrice nazionale, anche se non si esclude la possibilità che quest’ultime possano delegare alle prime la commissione di atti intimidatori con finalità estorsive.

D) Si può affermare, ancora oggi, che il racket costituisca una delle fonti di approvvigionamento più sicure per garantire il sostentamento dell’organizzazione criminale, per acquisire capitali da reinvestire in altre attività criminali o nell’economia legale e, in particolare, che serva come strumento di controllo del territorio?

R) Attraverso il racket le organizzazioni criminali raccolgono, a basso rischio, elevate somme di denaro destinate prevalentemente a sostenere le famiglie degli associati detenuti, a pagare importanti collegi di difensori ovvero ad avviare ulteriori traffici illeciti. Attraverso l’esazione del “pizzo” la criminalità afferma il proprio controllo del territorio assoggettandone il tessuto socio-economico, alternandone, inevitabilmente tutti i meccanismi di mercato ed impedendo all’economia di alcune aree del nostro Paese di svilupparsi liberamente.

La mafia attraverso l’imposizione di vincoli di diverso tipo nella gestione dell’impresa, influenza direttamente l’andamento del mercato, impedendo di fatto ogni possibilità di sviluppo basata su scelte aziendali.

Alla apparente tranquillità che segue l’acquiescenza alle richieste dei mafiosi che propongono una “protezione” da loro stessi, in realtà corrisponde la rinuncia all’esercizio del diritto di proprietà e di impresa. Anche l’usura, che tradizionalmente è stata un’attività tollerata dalle mafie, sta assurgendo a strumento di penetrazione commerciale delle organizzazioni criminali che, attraverso un prestito usurario a favore di imprenditori con difficoltà di accesso al credito, possono in breve tempo controllare aziende da utilizzare come strumento per inserirsi nell’economia legale alterandone gli equilibri di mercato attraverso “vantaggi competitivi” derivanti dalla forza di intimidazione del sodalizio di riferimento.

Oltre alla denuncia, quindi, lo strumento più efficace per combattere l’usura è quello della prevenzione al cui potenziamento stiamo lavorando da tempo di concerto con le organizzazioni di categoria, le associazioni antiracket e le fondazioni antiusura.

D) Quali saranno, nel prossimo futuro, le linee guida che caratterizzeranno l’azione del Commissario Straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura?

R) Sono quattro gli obiettivi strategici perseguiti in via prioritaria: creazione di una sinergia istituzionale, raccogliendo ed organizzando tutte le informazioni sui fenomeni delittuosi in esame al fine di strutturare piani di riferimento su dati precisi, creando, in tale ottica un “polo aggregato e propositivo”; istituire un rapporto diretto con le realtà sociali, procedendo alla ricognizione delle realtà più delicate, dialogando con tutti i soggetti interessati e valutando, nel rispetto dei ruoli, le prospettive di intervento; stimolare ed agevolare le singole iniziative sul territorio.

Il Commissario, infatti, deve costituire il naturale “collante” tra le Istituzioni e la cd. Società civile e, in tale quadro, ha il dovere di sensibilizzare la componente sana del tessuto sociale ad organizzarsi al meglio; snellire le procedure burocratiche al fine di poter concedere, nel più breve tempo possibile, i benefici previsti dalle norme antiracket ed antiusura a chi ne ha il diritto, tutto ciò nella consapevolezza che ogni contributo è utile solo nel rispetto di determinate tempistiche.

 

Leo Stilo