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MUA-Movimento utopista antiarte

Il giudice - artista Gennaro Francione

Anticonformista, irriverente, imprevedibile, sorprendente e disubbidiente, Gennaro Francione, Giudice presso la sezione penale del Tribunale di Roma e Consigliere di Corte di Cassazione nasce a Torre del Greco nel 1950, è scrittore e drammaturgo, sintesi efficace d’azione e di idee felici. Ha dato vita al movimento utopista antiarte.

Brillante binomio di uomo di legge e di palcoscenico.

Il teatro e la scrittura diventano l’approdo per creare movimento e riflessione, suggestioni ed iniziative, confrontarsi e vivere una vita altra, che fuori dal palco e dal Tribunale, non c’è. Lui è un “Anti-giudice” perché si pone in netto contrasto con il processo indiziario e considera il teatro, un laboratorio di vita, la possibilità di vivere un’alternativa al tempo comune.

Si pone contro il processo indiziario, perchè sostenuto da supposizioni dubbi, punti di vista e personali verità “e l’opinione personale è pericolosa” sostiene Francione. La doxa è sempre pericolosa, basti ricordare il caso Cogne: si presume, si deduce, tutto sembra dire che sia quella data persona il colpevole, ma quando la verità, il dato certo lo vai a scovare, sembra sfuggirti dalle mani come il mercurio.”

Allora prosegue Francione: “mi torna in mente la Caverna di Platone, così’ piena di ombre e mancate verità, a cui finisce per assomigliare una Giustizia cieca.” Nelle sue opere letterarie, drammaturgiche il giudice Francione, con ironia e procedendo anche per paradossi, esprime proprio tale dissenso.

Si parte dal movimento “anti”, quindi da quello che non è, quello che non ha, quello che non vuole essere per arrivare all’essenza, al cuore pulsante del suo punto di vista sugli uomini e sul mondo.

“L’artista è l’essere più giusto al mondo, i poeti, pittori, drammaturghi, attori, musicisti hanno una visione del reale alternativa e profonda, io vorrei che la società potesse essere governata da artisti, persuaso come sono, che solo la bellezza, la bellezza dell’animo, può salvare il mondo”. Come dire, che la visione asimmetrica, ma Arte & Cultura profondamente rispettosa, senza censure, della vita da parte dell’artista consenta di andare ancora oltre alla visione di uno stato etico, per approdare alla teorizzazione dell’ economia estetica. Ed per questo che con feroce coerenza il Giudice Francione propone lo “smantellamento delle carceri, se non per reati accertati e gravissimi, del resto più aumentano le leggi e più aumentano i criminali e le carceri scoppiano. Non il diritto penitenziario ma diritto medicinale. Il criminale è in primis un malato sociale.” Per questo motivo il Giudice propone una giustizia di prevenzione “giudici di quartiere con funzione prevalentemente consultiva.” Ma allora la verità?

“E’ un assurdo” prosegue Francione “perché la Giustiza diventa PATAFISICA, come accade per i processi indiziari. Soltanto una applicazione rigorosa del processo con prove fortissime, può scongiurare il pericolo di condannare innocenti, e servire da esempio per crescere spiritualmente”, e noi…la pensiamo come lui.

 

Claudia Cotti Zelati